Domande frequenti
FAQ AZIENDA
Mopita è un’azienda con propri stabilimenti produttivi?
Non esattamente: Mopita, si occupa dell’ideazione, della progettazione e dell’approvvigionamento della materia prima necessaria alla produzione, e si affida ad aziende terziste per lo stampaggio e l’assemblaggio, utilizzando sempre più spesso stampi propri.
Mopita dispone di un magazzino per lo stoccaggio della merce?
Si: disponiamo di un magazzino con una capacità di 600 pallets di merce in pronta consegna.
Mopita è in grado di fornire grandi quantitativi di merce e di interfacciarsi alle realtà commerciali più sviluppate?
Mopita fornisce già interlocutori di fama mondiale, catene multinazionali della grande distribuzione che richiedono grandi quantitativi di merce e sistemi di inserimento ordini molto articolati.
Perchè dovrei operare con Mopita?
Perché abbiamo una struttura molto snella e siamo particolarmente innovativi: ne consegue un risultato in termini di riduzione costi eccezionale, che ci pone indubbiamente fra le aziende più competitive d’Europa. Struttura snella = margini ridotti.
Mopita è in grado di creare prodotti personalizzati?
Questa è una delle prerogative di Mopita. Produciamo già per aziende con brand molto conosciuti e possiamo fornire prodotti in private label, anche con quantitativi e tempi relativamente ridotti.
Che tipo di prodotto offre Mopita?
Siamo in grado di presidiare tutte le fasce di mercato, avvalendoci delle più moderne tecnologie: prodotti in pressofusione, coniati, stampati, con fondo ad induzione, verniciati a rullo o a spruzzo, con spessori che variano da 1 mm a 8 mm.
Che tipo di antiaderente usa Mopita?
Utilizziamo materiale testato e di alta qualità. Ci forniamo per questo dalle aziende più prestigiose del mondo: Dupont (Teflon), Whitford, Weilburger, Ilag.
Quali test qualitativi è in grado di effettuare Mopita?
Test sull’antiaderente 1. Resistenza all’abrasione secondo il test LGA Test effettuato con oscillatore orbitale. Il test consiste nel sottoporre l’interno dell’utensile rivestito con antiaderente, all’effetto abrasivo di una miscela composta da sfere d’acciaio, ossido di alluminio e acqua (come da capitolato test LGA). 2. Resistenza al graffio secondo il test MUST Il test consiste nell’incidere il rivestimento antiaderente dopo aver portato l’utensile ad una temperatura di 200°C (regime termico medio di utilizzo), mediante una sfera di carburo di tungsteno. La resistenza al graffio viene valutata contando il numero di cicli necessari ad incidere il rivestimento sino al raggiungimento del substrato di alluminio. 3. Resistenza al test MTP (Mechanical Tiger Paw) dopo 3 ore Il test consiste nel sottoporre il rivestimento antiaderente, dopo aver portato l’utensile ad una temperatura di 200°C (regime termico medio di utilizzo), all’azione usurante di una testa oscillante a cui sono fissate tre sfere appuntite di carburo di tungsteno, che simula l’impiego di un utensile metallico. 4. Durata dell’antiaderenza Simulazioni accelerate di cottura su superficie antiaderente preventivamente usurata al fine di determinare la durata dell’antiaderenza. Test sulla planarità dei fondi Gli utensili sono prodotti con una concavità del fondo calibrata che, al raggiungimento termico d’esercizio, garantisce una perfetta stabilità e planarità del fondo. In caso di utilizzo su fonti di calore quali piastra elettrica, piastra in vetroceramica e piastra a induzione, il fondo planare consente una distribuzione uniforme del calore. La planarità viene testata con prove di shock termico, consistenti in riscaldamenti e raffreddamenti seriali dell’utensile, condotte secondo la normativa europea EN 12983-1. Test di resistenza attaccatura del manico TEST DI FLESSIONE Carico di 10 Kg applicato in corrispondenza della parte terminale del manico, senza rottura degli elementi di fissaggio. TEST DI FATICA 15.000 cicli con articolo riempito con un peso pari a 1,5 volte la sua capacità, con distorsione inferiore al 5% della lunghezza del manico. TEST DI TORSIONE Momento torcente pari a 1 Kgm con movimento angolare <10°.
Perchè operare con Mopita?
Perché facciamo prodotti di ottima qualità a prezzi molto competitivi, con capacità di aderire a qualsiasi richiesta in modo eccellente; perché guardiamo al futuro predisponendoci ad esso con modernità, freschezza e coraggio; perché abbiamo voglia e disponibilità, sentendo di poter fare qualcosa di unico e straordinario, in fondo di poter dare qualcosa che gli altri non hanno. Perché, pur non sentendoci i migliori, ci sentiamo i più vivi.
Quali sono gli standard qualitativi di Mopita?
La nostra filosofia ci porta a fornire un prodotto che sia intrinsecamente di ottima qualità: ci prefiggiamo, dunque, di creare valore attraverso la fornitura di beni e servizi all’avanguardia per la massima soddisfazione del Cliente, nel dovuto rispetto dell’uomo e dell’ambiente.
FAQ PRODOTTI
Con i prodotti antiaderenti è possibile cucinare senza olio o grassi alimentari?
Sì, le pentole antiaderenti permettono di cucinare senza oli e senza grassi. Sia la American Heart Association che la National Stroke Association suggeriscono, infatti, l’uso di pentolame antiaderente per ridurre l’incidenza di patologie cardiovascolari.
Cosa devo fare in occasione del primo utilizzo?
Prima del primo utilizzo, è importante lavare completamente la padella ed asciugarla. Quindi riscaldarla, toglierla dal calore e spalmarvi all’interno un cucchiaio da tavola di olio da distribuire sull’intera superficie con l’aiuto un tovagliolo di carta. Dopo il lavaggio suggeriamo di ripetere tale procedimento. Questa operazione viene comunemente definita con il termine “condizionare” la padella.
Come si pulisce una padella (o pentola) antiaderente?
Un lavaggio a mano con acqua saponata è sufficiente. La padella deve essere lavata dopo ogni utilizzo, per togliere lo strato di grasso che si accumula sulla superficie. Se il lavaggio non è accurato, lo strato di grasso potrebbe non andarsene completamente ed, al successivo utilizzo, cuocendosi, il grasso potrebbe generare delle macchie. Le padelle anti-aderenti non vanno MAI LAVATE CON DETERSIVI O SPUGNE ABRASIVI. Una spugna di nylon è l’ideale sia per la parte interna che per la parte esterna della padella.
Le pentole (o padelle) possono essere messe in lavastoviglie?
Le pentole e le padelle possono essere lavate in lavastoviglie anche se sarebbe preferibile il lavaggio a mano. Non possono essere lavate in lavastoviglie le pentole in alluminio crudo, ossia non rivestito. Se utilizzate la lavastoviglie tenete presente che questa non è una forma delicata di lavaggio. I detersivi forti nel lungo periodo potrebbero rovinare la superficie esterna e le parti in alluminio non rivestite. Ricordate che per cucinare potreste aver bisogno di ungere la vostra padella dopo frequenti lavaggi in lavastoviglie.
Il rivestimento antiaderente è soggetto ad usura?
E’ molto raro che il rivestimento si consumi rapidamente col normale uso domestico. Un utilizzo appropriato ed accurato garantisce elevate prestazioni per molto tempo. Nella maggior parte dei casi, i rivestimenti vengono rovinati da surriscaldamenti, graffi o puliture con materiale abrasivo. Il surriscaldamento, in particolare, può seccare la superficie delle padelle e renderle facilmente scheggiabili. Questo tipo di danno non è coperto da garanzia. Se tendete a cuocere a temperature elevate o occasionalmente surriscaldate la vostra padella, vi raccomandiamo dunque di ungerla più spesso.
Posso usare utensili metallici su pentole e padelle rivestite?
Prima di usare utensili metallici sulla tua pentola o padella consulta le istruzioni per l’uso. Alcune linee non subiscono danni particolari se si utilizzano utensili metallici arrotondati (ad eccezione di coltelli e fruste). Tuttavia, in generale, gli utensili in legno o plastica sono più delicati e quindi preferibili per non danneggiare padelle e pentole. Non bisogna mai tagliare il cibo all’interno della padella.
Che tipo di utensili dovrei usare con le pentole anti-aderenti?
Spatole in nylon, plastica o legno sono i più indicati.In generale, è bene evitate gli utensili affilati, dato che graffiano la superficie antiaderente annullando la garanzia.
Che cosa copre la garanzia?
Il prodotto è garantito per difetti riconducibili a vizi di fabbricazione. La garanzia non vale per un utilizzo non conforme dell’articolo, per danni dovuti all’inosservanza delle istruzioni per l’uso o se il prodotto subisce colpi o cadute. Non costituisce ragione di reclamo l’insorgenza di macchie, opacizzazioni, imbrunimenti, graffi del rivestimento interno o esterno. La presenza di graffi non compromette l’utilizzo dell’articolo in particolare sotto l’aspetto della sicurezza d’uso. La garanzia vale a partire dalla data di acquisto provata attraverso lo scontrino da allegare.
Di cosa è fatto l’antiaderente e quanto è sicuro?
I rivestimenti antiaderenti tradizionali contengono PTFE, (politetra-fluoroetilene). Questo polimero è ad oggi la sostanza in grado di offrire le migliori prestazioni d’antiaderenza. Il PTFE “politetrafluoroetilene” è un fluoropolimero costituito da molecole che contengono carbonio e fluoro. Il rivestimento antiaderente non viene attaccato da composti acidi e dalle basi alcaline ed è molto stabile quando viene riscaldato. Le autorità sanitarie di Stati Uniti, Canada, Francia, Europa e altri paesi hanno approvato l’uso del rivestimento antiaderente PTFE per l’utilizzo in utensili destinati a venire in contatto con gli alimenti. E’ una sostanza inerte che non reagisce chimicamente con cibo, acqua, o detergenti. Se è ingerito, è totalmente innocuo per il corpo. Le autorità sanitarie competenti in Europa, Stati Uniti, Cina (FDA, EFSA ecc.) e altri paesi hanno approvato l’uso del PTFE in utensili di cottura destinati ad entrare in contatto con sostanze alimentari. Diffuso è inoltre il suo utilizzo in campo medico. Il polimero che costituisce l’antiaderente è infatti così sicuro che viene usato anche in chirurgia per rivestire gli stimolatori cardiaci ed anche in chirurgia toracica.
L’uso di pentole con rivestimento graffiato è pericoloso per la salute?
L’uso di pentolame graffiato non comporta alcun rischio per la salute del consumatore ma al limite andrebbe sostituito semplicemente perché esso cessa di assolvere alla sua specifica funzione di essere antiaderente.
Cosa succede se si ingeriscono accidentalmente particelle di rivestimento antiaderente?
Qualora si ingeriscano accidentalmente particelle di rivestimento antiaderente non si corre alcun pericolo. Tali particelle sono innocue, inerti e non tossiche. Se ingerite, vengono eliminate direttamente dall’organismo senza essere assorbite. La stessa FDA ha dichiarato che l’ingestione di particelle di rivestimento antiaderente non provoca danni per la salute.
Cosa accade se una pentola con rivestimento antiaderente viene surriscaldata?
Alle alte temperature, la qualità del rivestimento può iniziare a deteriorarsi: le pentole possono scolorirsi o perdere le proprie proprietà antiaderenti. Ciò può avvenire a partire dai 260° C (*). A temperature estremamente elevate, il rivestimento comincerà a degradarsi generando fumo. Raggiunti i 204° C, anche grassi, burro o olio da cucina cominceranno a bruciare producendo fumo. I rivestimenti antiaderenti non cominceranno a degradarsi significativamente fino a che non avranno raggiunto temperature superiori ai 316° C, ovvero più di 93° C sopra il punto di fumo di oli, grassi o burro. È pertanto improbabile che le pentole antiaderenti raggiungano le temperature di degradazione senza bruciare i cibi che contengono rendendoli immangiabili. (*) Questa temperatura è di gran lunga superiore a quella necessaria per bollire, friggere, cuocere in forno. Ad esempio: l’acqua bolle a 100° C, le normali temperature usate per rosolare la carne vanno dai 200 ai 240° C. In forno, le temperature più elevate utilizzate per cuocere il pollame o le verdure si aggirano intorno ai 230° C. Dolci e biscotti vanno cotti solitamente a temperature comprese fra i 160 e i 200° C. E’ importante sapere che la temperatura massima di cottura consigliata per conservare i valori nutritivi degli alimenti in assenza di liquidi, come ad esempio la grigliatura, è di 250° C.
Come evitare di surriscaldare le pentole antiaderenti?
È meglio riscaldare le padelle antiaderenti a media o bassa temperatura. Si possono raggiungere temperature anche superiori (sopra i 316° C) in pochi minuti, se una padella asciutta o vuota viene lasciata sulla fonte di calore. Pentole e padelle antiaderenti non vanno quindi mai lasciate sul fuoco vuote e/o senza sorveglianza.
Le esalazioni sprigionate dalle pentole antiaderenti surriscaldate sono dannose?
Qualunque materiale surriscaldato produce fumi e così anche i rivestimenti. Tutte le esalazioni possono essere potenzialmente irritanti o dannose. Burro, grassi e olio cominceranno indicativamente a fumare a 204° C, producendo esalazioni che possono irritare gli occhi il naso e la gola e forse anche causare problemi respiratori. Per il loro particolare sistema respiratorio, gli uccelli sono particolarmente sensibili ai fumi in generale e consigliamo di tenerli lontani dalla cucina. I rivestimenti antiaderenti non cominceranno a deteriorarsi nell’aspetto o nelle proprietà fino a che la pentola non raggiungerà i 260° C. Il rivestimento non mostrerà segni di degradazione significativa fino a che la temperatura non avrà superato i 316° C. Solo a tali temperature estremamente elevate (316° C e superiori) i rivestimenti antiaderenti potrebbero generare esalazioni irritanti. Qualora ciò dovesse verificarsi consigliamo di rimuovere l’utensile dalla fonte di calore e di ventilare l’area.
Si possono pulire le macchie che appaiono sulla superficie antiaderente dopo il surriscaldamento?
E’ possibile pulire le macchie con una spugna di nylon non abrasiva. Per macchie ostinate può essere utile bollire a fuoco lento 1 cucchiaio di candeggina in 1/4 di litro di acqua per 15/20 minuti, pulire, sciacquare ed asciugare la padella; quindi ungerla leggermente. Sconsigliamo l’uso di prodotti abrasivi o spugne metalliche. L’insorgenza di macchie non pregiudica la funzionalità del rivestimento antiaderente.
Cosa è il PFOA?
Recentemente c’è stata molta attenzione da parte dei media sulla relazione tra PFOA (acido perfluorootanico) e antiaderente. I rivestimenti antiaderenti utilizzati da Mopita NON contengono PFOA. Il PFOA è un componente che veniva usato in passato come additivo delle dispersioni acquose di politetra-fluoroetilene (PTFE), in quantità dell’ordine di qualche parte per milione (p.p.m). Da tempo il PFOA non viene utilizzato nei cicli di produzione delle materie prime utilizzate per fabbricare i rivestimenti antiaderenti. Tale composto non è presente nelle padelle antiaderenti ed è ormai stato eliminato dalle aziende produttrici di fluoropolimeri a partire dal 2010 anticipando di 5 anni l’obiettivo della totale eliminazione dai cicli produttivi.
Si può riapplicare il rivestimento ad una pentola antiaderente graffiata?
No, il rivestimento antiaderente deve essere applicato durante il processo iniziale di fabbricazione.
Perché una padella si deforma?
Una padella si deforma generalmente a causa di uno shock termico (ad esempio una padella vuota che si surriscalda, una padella bollente che entra in contatto con acqua fredda o che è posta sopra una superficie fredda, ecc.). Anche urti o cadute subiti durante il trasporto o a causa di uno stivaggio non appropriato possono portare alla deformazione degli utensili.
I rivestimenti ceramici sono più sicuri dei rivestimenti tradizionali?
No. I rivestimenti tradizionali sono sicuri per un normale uso domestico, non verranno assolutamente banditi e sono approvati per il contatto alimentare da tutte le autorità sanitarie competenti.